venerdì 2 gennaio 2009

Back to the future

Quest'estate al centro commerciale di Collestrada per qualche giorno si potevano ammirare le auto più famose dei lungometraggi di Holliwood, tra queste Herbie il Maggiolino, la Dodge Charger di Hazzard, la Pontiac di Supercar nonchè la mitica DeLorean della trilogia di Ritorno al futuro! Naturalmente non è mancata la classica foto ricordo che potete ammirare qui di seguito. Chi sarà sulla trentina di sicuro avrà visto almeno uno dei celeberrimi film. Il primo uscì nel 1985, avevo otto anni, in una delle prime scene si vede lo scienziato Doc guidare la splendida macchina del tempo con un telecomando ed in quel periodo io me ne intendevo di auto telecomandate, poi iniziano le peripezie di Marty McFly che va avanti ed indietro nel tempo. Va da sè che il film mi piacque subito, i due sequel ancora di più! Giusto un paio di anni fa' mi sono comprato il cofanetto di dvd con tutti gli speciali, tra i quali ce n'era uno che spiegava come costruirsi per davvero una macchina del tempo! Dato che in questo periodo non bazzico molto con auto telecomandate, ho preferito installare il tutto su una bici! Lo scienziato Doc quando Marty gli chiede perchè avesse usato una DeLorean, lui risponde che tanto doveva farlo, era meglio usare una bella macchina. Io ho fatto lo stesso, tanto dovevo farlo ho usato una bella bici! Il bello è che la bici del tempo funziona davvero! Basta ipostare una data, pedalare fino ad 88miglia all'ora, come nel film e ti ritrovi catapultato in un altra epoca! Tutti vi starete chiedendo come riesca ad andare a quella velocità, ma ho i miei metodi! Avendo una bici del tempo dove si potrebbe desiderare di andare? Nel futuro? Nel passato? Io sono andato nel passato, ma nemmeno tanto. Ho voluto ripercorrere gli inizi di carriera di un mio caro collega di scorribande: Giorgio, in arte Baffetticus! Ebbene sì, nel display dei tempocircuiti ho inserito qualche data a casaccio ed ho iniziato a vagare per le colline sopra Fontecchio in attesa di veder passare il Gustinicchi in azione per poter scoprire se anche 10,15 o 20 anni fa pedalva già con una doppia. Andando indietro sono pure riuscito a scoprire di chi sia realmente la paternità della famosa canzone Macho Man...sarà di Giorgio o dei Village People?



Con il primo tempo-viaggio non ho voluto strafare: inserisco come data aprile 1999...E' il periodo della gara cross country di Selci: adesso Giorgio aiuta con le fettucce, ma 10 anni fa' me lo immagino col numero attaccato alla bici che gareggia. Ed infatti lo trovo proprio lì! Non perdo tempo e scatto una foto! Incredibile, con un solo ed unico viaggio ho già beccato tre atleti di rara caratura in piena azione: Giorgio , il dottor Raspini ed il Caramella, al secolo Angelo! Naturalmente la gamba migliore è quella del nostro Baffetticus che tira il trenino. Pedala una Cannondale con forcella integrata nel cannotto forcella, indossa un tecnicissimo casco e porta la divisa El Campero mitica squadra dove militavano i più forti ciclisti dell'Alta Valle del Tevere, tra cui Giorgio per l'appunto! Subito dietro il Dottor Raspini sembra controllare la situazione con occhio clinico, non poteva essere altrimenti. Sicuro di riuscire a tenere il passo di Giorgino, anche perchè sfoggia la stessa cavalcatura e divisa. Mezza bicicletta più indietro scorgiamo un baffuto Caramella che non si fa intimidire minimamente dalla superiorità numerica del duo di tifernate. Anzi, confida in un'ottima posizione a fine gara per la sua conoscenza millimetrica del percorso, dato che lo ha sempre preparato lui per la gara di Selci. Poi dopo questa foto ha deciso di buttarsi a capo fitto nella preparazione del percorso di Lama!

Incuriosito dagli albori dell'inizio di carriera del nostro Giorgino proseguo a piccoli passi nel mio viaggio a ritroso nel tempo: 1997... Faccio un giretto nei dintorni di Città di Castello, ma di Giorgio non c'è traccia! Provo allora a fare una capatina dalle parti di San Secondo perchè lì abita Fausto, anche lui ciclista da non pochi anni. All'ombra di un grande albero vedo 4 bellimbusti che tutti impettiti si fanno fare delle foto prima di inerpicarsi per le valli sottostanti il Monte Santa Maria. Tra questi, due non li conosco bene, ma gli altri eccome: Fausto, Massimo, Giorgio e Thierry! Questa foto è quasi più evocativa della precedente: osservando l'abbigliamento, gli accessori e le bici sembra di tornare indietro di un milione di anni. Vediamo Giorgio ostentare orgogliosamente la sua Sintesi Hantrax biammortizzata: alluminio lucidato e tutti gli accessori anodizzati in verde come le scritte sul telaio...proprio una bici da fighetto! Da fighetto anche la divisa: occhiale a specchio, casco con visiera e completino iper appariscente. L'unica cosa che stona un po' sono gli scarponcini Timberland...è vero che ora siamo abituati meglio, ma credo che anche nel 97 qualcosa di più adatto da appoggiare sui pedali si sarebbe potuto trovare! Tanto che ci siamo spendiamo due parole su Thierry: Cannondale sempre e comunque e freni idraulici Magura in tinta con la mantellina! Gli altri due non li conosco, però qualcosa lo vogliamo dire? E diciamolo! Fausto e Massimo: non so dirvi chi sia dei due l'uno o l'altro, ma poco importa dato che hanno la stessa identica bici. Bici che a quei tempi mi sognavo pure di notte: biammortizzata, bellissima, telaio sinuoso, aveva pure la guarnintura Coda in cnc fresata da un unico blocco d'alluminio...davvero bella, ma se spezzavi un dente di una corona dovevi buttarla tutta quanta! Poco pratica, molto poco pratica! Quello che però si evince chiaramente dalla foto è che la metà dei ciclisti che appaiono nella foto hanno sbagliato abbigliamento: due sono vestiti come se fosse agosto e due come se fosse ottobre, mah!


Altro viaggio temporale: 1995... Faccio una passeggiata dalle parti di Fraccano, poi scendo giù per il Longinello e chi ti vedo? Il solito caschetto rosso, i soliti guanti multicolore, ma un'altra cavalcatura! Una fiammante Biemmezeta. Per l'epoca davvero un bel mezzo: forcella ammortizzata, telaio in alluminio, comandi rapidfire. Il nostro Giorgio possiamo ammirarlo allenarsi nei punti più tecnici del famoso percorso. Naturalmente tutto questo dispendio di energia non era finalizzato al mero aspetto allenante, ma più che altro al bisogno di soddisfare l'innata propensione per giocarsi la bevuta!












Naturalmente Giorgio lo scalino l'ha superato senza difficoltà!
























Ma quello che più è stato significativo in questo viaggio del 1995 è il fatto che mentre Giorgio si giocava l'ennesima bevuta nell'ennesimo tratto tecnico stava anche canticchiando Macho Man quando i Village People l'avrebbero pubblicata soltanto l'anno successivo nel 1996. Un vero e proprio caso di plagio! Povero Giorgio, speriamo riesca a vincere quest'ardua battaglia legale!

























Come ultimo viaggio ho scelto il 1989, vent'anni fa! Come ve lo immaginate il nostro Baffetticus nell'89? Con una full? Con una rigida in acciaio? Il punto non è la bici! Ve lo immaginate con il body? Con la calzamaglia felpata? Il punto non è nemmeno l'abbigliamento! Allora ve l'immaginate super muscoloso? Oppure con un fisico asciutto e muscoli snelli e flessibili? No, il punto non sono i muscoli! Il punto sono...I CAPELLI! Ve lo sareste mai immaginato Giorgio sotto questo punto di vista? Come avrete capito io non ho costruito una bici del tempo e le foto me le ha inviate Giorgio. Quando le ho ricevute, se lui stesso non me l'avesse fatto notare, avrei pensato che in quest'ultima foto non c'era Giorgio ma un suo amico e me l'avesse inviata per sbaglio! E invece è proprio lui, il nostro Baffetticus con "un ciuffo di capelli in più" tanto per citare le sue parole. Tralasaciando per un attimo la cappigliatura possiamo dare un'occhiata alla bici: qui siamo a livello supermercato! Telaio in acciaio da 10kg, non la bici, solo il telaio 10kg. Classica verniciatura sfumata sulle congiunzioni delle tubazioni. Carter in plastica sulla guarnitura. Il dettaglio però più pittoresco è la borsetta fucsia inserita all'incrocio tra tubo piantone ed orizzontale. Questo tipo di borsetta ci è stata rifilata in un modo o nell'altro da qualsiasi negoziante dell'epoca! E tutti la montavamo! Coloro che volevano distinguersi la montavano diversamente: tra il tubo orizzontale e l'obliquo. In questo modo non era più possibile sfilare la borraccia e la borsa era inservibile perchè piegata su se stessa! Inoltre il contenuto della borsetta poteva spaziare da un campo all'altro dell'attività ciclistica...C'era chi ci custodiva gelosamente la camera d'aria di scorta, sempre la stessa, da 5 anni. Quando la tiravi fuori e la dispiegavi si sbriciolava, molto utile! Quelli più atletici usavano la borsetta per tenerci gli spiccioli per andarci a comprare il giornale all'edicola, perchè la mountain bike andava di moda. Quelli meno atletici ci tenevano direttamente l'accendino ed un pacchetto di sigarette! Ma cosa ci avrà tenuto mai il nostro Giorgio in quella borsetta? Secondo me dentro ci teneva: la partitura ed il testo di Macho Man e cinquemila lire per le bevute!

2 commenti:

Azazhel1984 ha detto...

IL PROSSIMO PREMIO POULITZER E' GIA' PRONTO PER OCCUPARE SPAZIO SULLA MENSOLA DI CASA TUA! Congratulazioni per lo scoop

Permaz ha detto...

Che adulatrice che sei, ma l'hai visto quanto ado in giro zozzo? PArlare di poulitzer mi sembra azzardato!